Il Vangelo di oggi ci invita a riflettere su due aspetti fondamentali della vita del cristiano: il valore del digiuno e l’atteggiamento di chi vive accanto allo “sposo”, cioè a Gesù.
Papa Francesco, nel messaggio di questa Quaresima, sottolinea che questo tempo è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.
Ma si può essere in lutto se si é con lo sposo? Questa domanda si può tradurre con: davvero conosco il Signore così? Lo sento come Sposo della mia vita? Gli sto rispondendo sulla lunghezza d’onda di quell’amore sponsale che Egli manifesta ogni giorno a me e ad ogni essere umano?.
In altre parole, Gesù mi sta cercando e mi sta invitando a “fargli spazio nell’intimo del mio cuore”, avvinandomi ad un “cammino di fede”, in cui Lui non mi lascia mai solo
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