Il brano riguarda il potere. Questa parola, nella sua radice vuol dire possibilità, quindi non va demonizzata.
Questa possibilità può essere indirizzata come servizio, come liberazione, come libertà, come relazione di amore, come mitezza, come dono della vita ed è quello che il vangelo propone. Il problema non è pagare la tasse, è chiaro che vanno pagate! La questione era se pagare il tributo agli oppressori Romani. Gesù viene a essere il Re della mitezza che vince il potere della violenza; dell’amore che vince il potere dell’odio; del bene che vince il male; della luce che vince la tenebra, ma senza mettersi nelle mani del male.
Gesù non si ribella perché l’autorità per se è voluta da Dio per il bene comune, cioè non si può vivere senza un’organizzazione, una strutturazione, un’autorità. Ció che ci spinge a fare è di esercitare la nostra autorità in modo diverso, con una logica di “potere” differente, ricordandoci di dare a Dio quel che è di Dio. Di dare noi stessi a Lui, di avvicinare le persone a Lui perchè siamo suoi.
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