Ahh facile, sentito e risentito questo passo del Vangelo, so tutto. Mettere da parte il fare, bisogna essere. Ecco qua. Marta fa male, Maria è brava. Dobbiamo essere tutti un po’ più Maria e un po’ meno Marta.
Insomma, mica è proprio così! Gesù è molto meno semplicistico di questo amici… Marta non è contro Maria, e Maria non è contro Marta: sono sorelle! Vogliono ognuna il bene dell’altra, e che ognuna faccia bene il suo dovere.
Non si parla semplicemente di essere contro il fare, ma sapere essere nel fare. Saper alimentare “il fare” nell’ascolto, nella relazione, e mica in una relazione qualsiasi, ma nell’amicizia profonda con Gesù. E un amico dice tutto quello che pensa, con trasparenza, per il bene dell’altro.
E Gesù è come se dicesse: “Marta (ma qui potremmo benissimo mettere il nome di ognuno di noi), lascia perdere l’antipasto, i piatti buoni, la tovaglia inamidata e i mobili senza manco un filo di polvere… io ti voglio bene, voglio stare con te prima di tutto.
Poi viene tutto il resto. Poi faremo, insieme, tutto e tutto sarà servizio e amore”.
Don bosco ha dato tanti strumenti alla sua famiglia salesiana per fare del bene, ma prima di insegnare a fare ha insegnato a pregare, a stare alla presenza del Signore come priorità assoluta nel nostro quotidiano – come quella prima Ave Maria, detta con Bartolomeo Garelli, da cui ha inizio tutta la storia dell’oratorio.
Fare tante cose buone senza andare oltre è lodevole, ma non è abbastanza per noi che vogliamo le anime, e tutto il resto possiamo anche metterlo da parte.
Di don Bosco si diceva che era contempl-attivo: parlava con il Signore anche scendendo le scale!
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