Gesù ci scandalizza in questo Vangelo, si dimostra indifferente, freddo, persino “razzista” verso una donna la cui figlia è tormentata da un demonio! Fra l’altro poi la offende, la definisce “un cane”, uno dei dispregiativi peggiori per gli ebrei.
Perchè? Gesù con questa donna, in poche righe, fa un cammino di fede: porta il dialogo fino al punto di rottura, al punto più difficile, fino ad un momento in cui o la donna se ne sarebbe andata, indignata e offesa, oppure avrebbe dimostrato l’urgenza della sua richiesta, la verità della sua preghiera. Gesù si stupisce dell’umiltà di questa donna, un’umiltà che nasce dall’amore totale per la figlia, che la rende incurante delle offese, acuta nelle risposte, disposta a tutto per ottenere il suo scopo.
Per questo Gesù la loda, la ammira… e realizza il suo desiderio. Gesù non dice “tua figlia sia guarita” ma “avvenga ciò che davvero desideri”. Cosa desidero? COsa spero? e sono tanto umile e tenace da ottenerlo? La mia preghiera si riempie dei miei sogni più veri?
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