Per chi non lo sapesse il giogo è, ma soprattutto era, una trave in legno, sagomata per adattarsi al collo di uno o due buoi, che costituisce l’attacco del carro o dell’aratro. Di per sè per l’animale è fastidioso e opprimente ma è uno strumento fondamentale sia per trasportare il carro che per arare i campi.
Fino all’arrivo di Gesù il giogo era fondamentalmente simbolo della legge che veniva osservata fedelmente e puntigliosamente dagli ebrei.
Tuttavia, spesso, gli ebrei dimenticavano la finalità per cui la legge era stata istituita, focalizzandosi sui precetti e sulla loro osservanza senza curarsi degli effetti reali di tale ottemperanza.
Per tornare all’immagine del giogo, è come se i buoi lo portassero al collo, con tutto il suo peso, senza interessarsi se ciò servisse realmente a trasportare merci, persone o a coltivare un terreno.
Gesù, invece, sottolinea e testimonia che l’unica legge che conta è quella dell’Amore gratuito e incondizionato, che comporta sempre un sacrificio ma allo stesso tempo porta constantemente frutto. In questo caso il peso del giogo rimane, ma si fa leggero perché il carro trasporta sempre merce preziosa e l’aratura permetterà un raccolto abbondante e gustoso.
Sta a noi, quindi, scegliere come vivere il nostro giogo: da soli, come un peso inutile e dannoso o in Cristo scegliendo di sacrificarci per Amore, arando il campo della vita eterna?
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