“Neanche in Israele ho trovato una fede così grande!” Possiamo prendere tante cose da questa frase, ma continuando in linea di ciò che abbiamo detto ieri soffermandoci sull’atto di fede del centurione che neanche è un Israelita (cioè non è un “fedele”, colui che crede).
Qui magari più che altrove è ovvio che Gesù non divide la gente secondo la provenienza, la religione o qualsiasi altra cosa, ma secondo la fede che esprimono verso lui. Un pagano diventa un esempio di fede per tutto Israele! Colui che, di per se, è segnato come impuro, infedele, diventa uno che deve essere ammirato e imitato.
In poche parole: non sono definito da ciò che proclamo, ma di ciò che di fatto vivo. Se dico di credere in Gesù, ma poi rubo, litigo ecc., allora chi è questo Gesù che dico di vivere? Se dico di credere che Dio governa tutto, ma poi faccio i fatti miei, allora in cosa veramente credo?
Se obbedisco alla volontà del Signore e se metto la mia fiducia tra le sue mani non divento schiavo e non divento dipendete di Dio, ma invece trovo la vera libertà e divento l’uomo capace di vivere per ciò che veramente conta nella vita.
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