Ieri il cuore di Gesù, oggi il cuore di Maria. Ogni anno queste due memorie liturgiche sono poste l’una accanto all’altro. Non si può spiegare il cuore di un figlio senza il cuore della madre. Se Gesù è riuscito ad esprimere in pienezza la sua capacità di dono di Sè, lo dobbiamo all’umiltà e immensa fede di Maria che ha saputo contemplare senza intralciare l’azione di Dio nella vita di suo figlio.
Maria aveva sperimentato cosa significasse mettere la propria libertà nelle mani di Dio, ne è prova il suo Magnificat. Così anche se spesso non capiva, sacrificando il proprio orgoglio di madre, lasciò che suo figlio scoprisse gradualmente la missione che il Padre gli aveva affidato. “Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore”.
Si può dire che la vocazione di Gesù ha gestato trent’anni nel cuore di Maria e probabilmente senza questa gestazione non sarebbe mai fiorita. Maria ci doni un cuore umile e paziente che sappia contemplare l’azione di Dio nella quotidianità per avere la capacità, quando i tempi sono maturi, di fare scelte audaci.
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