La scena del Vangelo si apre con le parole di Gesù per la folla: “ho compassione”. Dal latino, sentire, soffrire insieme: Lui, il Figlio di Dio, sente insieme a noi ogni cosa, dalla gioia più vera al dolore più atroce. E non resta mica a guardare!
Quante volte ci soprendiamo a pensare “Questa volta proprio non ce la faccio”? Magari la stanchezza è troppa o il risentimento impossibile da superare…
Quando sembra proprio che quel ragazzo in oratorio non si riesca a raggiungerlo, che il torto subito dal proprio amico sia troppo da perdonare o che all’università non ne vada bene una. Insomma, quando pare che non ci resti niente tra le mani.
Quando chiediamo a Gesù, tra lo stanco e l’arrabbiato, “come farò ora?” siamo esattamente come i discepoli perplessi che si chiedono come sarà possibile sfamare tutta la folla con quei pochi pani e pochi pesci.
Eppure al Signore basta quel poco che gli mettiamo tra le mani, quel sogno che gli affidiamo, quel dolore che gli offriamo. Quel poco che c’è nella nostra vita, diventa qualcosa di grandioso nelle mani del Signore.
Quando tutto ci sembra insormontabile e impossibile, proprio allora Lui prende quel poco che abbiamo e fa il miracolo nella nostra quotidianità, ancora e ancora.
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