Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 11 Febbraio 2022

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Alcune persone portano un sordomuto da Gesù, credendo che possa guarirlo e cambiargli la vita. Gesù lo prende in disparte, e nell’intimità del loro incontro, lontano dalla folla, guarda verso il cielo e ordina ad orecchi e lingua di “aprirsi”, di permettere all’uomo di sentire e di parlare. Ha fatto bene, o bella (a seconda della traduzione dal testo originale), ogni cosa.

Sembra la storia di un malato miracolosamente salvato, ma non è nient’altro che la storia d’amore di ognuno di noi con Gesù. Ricordi la prima volta che la mamma ti ha insegnato a pregare? O che la nonna ti ha portato a messa? Ecco, chi ci vuole bene ci presenta Gesù perché sa, in cuor suo, che è un incontro che può cambiarci la vita. Il vero miracolo però accade quando siamo da soli con Lui, nell’intimità della nostra camera, della nostra preghiera, dei nostri dubbi.

Solo lì Gesù dice al nostro cuore di aprirsi, permette alle nostre orecchie di sentire la Parola, e quindi di poter parlare. Ascoltare e parlare: la base della relazione. Gesù ci fa un regalo enorme, quello di poter entrare in relazione con Lui; si dona a noi perché possiamo comprendere la bellezza della Parola. Facendo questo, ci rende nuovi, come se ci creasse da capo, bellissimi ai Suoi occhi.

E grazie a questa relazione che cambia la vita, possiamo noi stessi entrare in relazione con gli altri, ascoltarli davvero e parlare al loro cuore, e attraverso gli altri, incontrare ancora e ancora l’Altro.


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