Chissà come si sarà sentito questo padrone quando gli sono arrivate le prime voci sulla disonestà del suo amministratore. Chissà cosa avrà provato quando gli ha tolto l’amministrazione dei suoi beni.
Quanta amarezza in quel “Che cosa sento dire di te”? Lui che forse lo ha scelto, lo ha chiamato, lo ha voluto. Il padrone chiede all’amministratore di rendere conto, di accorgersi di ciò che ha perso, dei beni che sono andati dispersi.
Il peccato di questo amministratore non sta tanto nella sua scaltrezza verso i debitori, ma nell’aver sprecato quella chiamata, nell’essersi giocato la possibilità di amministrare dei beni che non gli sarebbero mancati, se lui non gli avesse sperperati.
Il rischio di disperdere c’è sempre, di non accorgersi dei beni che abbiamo tra le mani e di non trovare più la nostra strada. Da animatori pensiamo anche a quei ragazzi che ci vengono affidati, che non ci appartengono, ma di cui possiamo solo prenderci cura e che ci arricchiscono la vita.
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