In questo breve passo del Vangelo viene spiegato in maniera semplicissima la logica del peccato. Esso ti fa credere di essere libero, e invece ti fa scivolare sempre più nella voragine, ti rende schiavo, tanto da non scegliere più, ma subire.
Il peccato mi da un finto piacere, che con l’andare del tempo scade sempre di più; quando io scelgo invece (e scegliere vuol dire separare la cosa migliore di una cosa dalla parte peggiore) scelgo il tipi di schiavo che non sarò.
Gesù mi rende libero perché Lui non impone ma propone. Il Vangelo di oggi ci mette in guardia da ogni tipo di schiavitù, non solo dalle comuni dipendenze; ma anche, e forse soprattutto, dalla schiavitù delle relazioni.
Se esse creano una sorta di dipendenza tanto da non farmi scegliere più, dal non farmi essere più me stesso allora forse è il momento di discernere (tagliare, potare) ciò che non mi rende libero; perché l’altro deve rivelare il mio vero me e non sopprimerlo.
Quanto le relazioni che vivo mi rendono libero?
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