In un tempo di crisi e frammentazione, difficile da analizzare e per ora impossibile da sintetizzare, la lectio personale delle scritture domenicali fa risuonare in noi più domande che risposte. Pensiamo perciò sia utile proporvi, con le parole del poeta Rilke, di sostare un attimo in compagnia di queste domande soltanto: «vorrei pregarla di avere pazienza verso tutto ciò che è irrisolto nel suo cuore, e di sforzarsi di provare amore per le domande in sé, come se fossero delle stanze chiuse a chiave, o dei libri scritti in una lingua straniera. Non si affanni, dunque, per ottenere risposte che ancora non possono esserle date, perché non sarebbe in grado di viverle. Ciò che conta è vivere ogni cosa. Viva le Sue domande, adesso. Forse così, un giorno lontano – a poco a poco, senza accorgersene – vivrà già dentro la risposta» (Lettera a un giovane poeta, IV).
Le domande del ‘lebbroso’
A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura
1^ LETTURA – 2Re 5,14-17
SERGIO: «È possibile che gli uomini di guerra comprendano, anche nel rapporto con Dio, solo il linguaggio della Potenza? Gli uomini di Dio sanno resistere ai doni ‘sacrificali’ degli uomini di Potere, soprattutto quando quest’ultimi sembrano o sono convertiti? Ci ricordiamo che il Dio giudaico-cristiano – e quindi ogni suo fedele – può tollerare che gli si offra solo la propria ‘terrestrità’, la propria fragilità?».
GILBERTO: «Qual è il ringraziamento migliore a Dio per il suo amore misericordioso? La decisione di riconoscere Dio come unico Signore della nostra vita è iniziativa nostra o libera riconoscenza a Dio?».
SALMO – 97
GILBERTO: «In cosa consiste la novità del canto di ringraziamento che il salmo ci richiede?».
SERGIO: «Riusciamo ancora ad esplodere in un canto che sgorghi dall’averci un giorno Dio donato una salvezza, una ‘vittoria’ fatta di giustizia, fedeltà e amore?».
2^LETTURA – 2Tm 2,8-13
GILBERTO e SERGIO: «Che differenza c’è tra rinnegare Dio e essergli infedele? Quanti modi abbiamo escogitato per incatenare la Parola di Dio?».
VANGELO – Lc 17,11-19
GILBERTO: «È sufficiente seguire le regole religiose per essere salvati? Riconoscere che il Signore ci ama è un atto dovuto?».
SERGIO: «Ci ricordiamo che sono i Vangeli a ripetere in continuazione che nelle questioni di fede lo ‘straniero impuro’ ed ‘eretico’ è fattivamente più fedele e maggiormente capace di rendere grazie, di vivere l’eucaristia, rispetto al ‘nativo puro’ e ‘ortodosso’? Abbiamo perciò il coraggio di avvicinare a Gesù, tutti insieme – destra e sinistra, tradizionalisti e evoluzionisti, le nostre impurità e di cominciare poi il cammino comunitario di purificazione?».
Fonte: Vinonuovo
A cura di Gilberto Borghi e Sergio Ventura
Letture della
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Tornato Naamàn dall’uomo di Dio, confessò il Signore.
Dal secondo libro dei Re
2 Re 5,14-17
In quei giorni, Naamàn [, il comandante dell’esercito del re di Aram,] scese e si immerse nel Giordano sette volte, secondo la parola di Elisèo, uomo di Dio, e il suo corpo ridivenne come il corpo di un ragazzo; egli era purificato [dalla sua lebbra].
Tornò con tutto il seguito da [Elisèo,] l’uomo di Dio; entrò e stette davanti a lui dicendo: «Ecco, ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele. Adesso accetta un dono dal tuo servo». Quello disse: «Per la vita del Signore, alla cui presenza io sto, non lo prenderò». L’altro insisteva perché accettasse, ma egli rifiutò.
Allora Naamàn disse: «Se è no, sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore».
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 97 (98)
R. Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo. R.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele. R.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni! R.
Seconda Lettura
Se perseveriamo, con lui anche regneremo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2 Tm 2,8-13
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Parola di Dio
Vangelo
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore