L’intimità che Gesù ha con il Padre colpisce particolarmente i discepoli, i quali vorrebbero imitarla. Potremmo anche noi chiedere al Signore di insegnarci a pregare, convertire il nostro cuore per stare sempre con lui con cuore libero e sincero.
È il senso di questa preghiera: purificare la nostra idea di Padre e cercare non tanto profonde e artificiose intuizioni mentali, ma la relazione sincera, seppure a volte faticosa, con lui. Essa, infatti, è fondativa del nostro essere, ovvero ci definisce come persone. A partire da questa necessità, presentata in modo indiretto da parte dei discepoli, Gesù dà l’imperativo «Dite… ». Si tratta di un’indicazione che, apparentemente generica e sommaria, è in sé completa.
Difatti, il Padre nostro è, insieme, una preghiera di domanda, di lode e di benedizione. In particolare, Gesù ci insegna che il chiedere non è espressione di egoismo, ma di accoglienza di Dio, poiché quando il cuore è rivolto all’avvento del suo Regno, ogni richiesta si sintonizza sulla stessa frequenza di Dio e apre alla santificazione, perdona i peccati, non abbandona alla tentazione, libera dal male…
- Pubblicità -
Marco Ruggiero
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato