Mille volte nella vita diamo ascolto alle voci più che alla realtà. A volte sono le voci di chi deve sempre trovare un motivo per giudicare, altre volte sono le voci interiori che spesso si prendono tutto lo spazio dentro di noi: il tempo non ti basta, meglio non rischiare, non sei adatto, oggi non c’è niente di interessante, potevi fare meglio, sei impresentabile, non ce la fai, così proprio non ci si comporta, è colpa tua, se non fai questo non vali niente…
Gesù spiega che quelle voci non hanno senso e ribadisce quella che è la realtà più evidente, ma con un “se”: «Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio». Accetta di mettersi nella prospettiva di chi è stato accecato dalle voci, e di lì, con un “se invece”, apre uno spiraglio di realtà, e quindi di salvezza: «E se invece puoi farcela?», «E se invece sei bellezza?».
Solo una Voce da fuori può salvarci dalle mille voci che ci bloccano o ci costringono a vivere una vita non nostra, solo per “stare al passo” di quello che pensiamo che gli altri vogliano da noi. Una voce potente, capace di aprirci gli occhi sulle cose così come stanno, che non sono mai perfette né come le avremmo immaginate, ma che sempre aprono vie nuove. La realtà è, così come è, il Regno di Dio; spesso il regno del nemico della natura umana invece sono le paure, le proiezioni e le nostre costruzioni complesse.
Con la parabola dell’uomo che confidava nelle sue armi, ma che poi viene sconfitto, Gesù ci ricorda di non adagiarci, perché quelle voci possono sempre tornare a impadronirsi della nostra vita in maniera strisciante. La voce del Signore può essere entrata nella nostra vita una volta con la sua novità travolgente, ma questo non basta; abbiamo bisogno di sentirla in qualche modo ogni giorno, e rimanere collegati al suo sguardo. Allora la nostra voce sarà liberante anche per gli altri.
Comunità Centro Poggeschi
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato