La Parola di oggi ci fa fare un viaggio nel tempio e anche un poʼ nel tempo. Gesù è a Gerusalemme quando, come ogni anno alla festa di Pasqua, il capofamiglia doveva offrire un sacrificio (per questo la vendita di pecore e buoi) e dare unʼofferta con la moneta giudaica per il mantenimento del Tempio. I cambiamonete erano lì perché Israele era sotto il dominio di Roma e quindi circolava solo la moneta romana. Tuttavia, questi chiedevano un cambio molto alto; erano, cioè, consumati dalla corruzione, quindi in lenta distruzione di sé – di contro alla lenta costruzione materiale del tempio.
Oggi siamo invitati a fare un salto in avanti nella nostra vita di fede. Probabilmente con la mente accettiamo che Gesù è il Figlio di Dio, con lʼintelletto comprendiamo, in qualche modo, che è il Messia, il Salvatore, crediamo formalmente nella sua morte e risurrezione, e così via. Ma abbiamo davvero aperto il nostro cuore per accoglierlo come Signore della nostra vita?
Il passaggio – questo significa «pasqua» – a cui siamo chiamati, come i discepoli alla risurrezione di Gesù, è quello da una vita banalmente religiosa in cui ci affanniamo per portare qualcosa a Dio per ricevere in cambio dei segni a una vita di fede che procede verso Dio a mani vuote, riconoscendoci poveri e quindi capaci di accogliere in semplicità il suo infinito amore per noi.
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Solo così saremo capaci di riparare la nostra vita e passare da corrotti a curati nel nostro rapporto con Dio, con noi stessi, con i fratelli.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato