Nelle prime pagine del Vangelo di Giovanni c’è una sorta di compendio dei titoli cristologici. L’evangelista anticipa rispetto ai Sinottici una serie di eventi ed episodi, come questo che leggiamo oggi, per disegnarci subito chi è Gesù.
Oggi la sua figura è legata a quella del tempio. Il Figlio di Dio è venuto per donarci sé stesso, la Parola fatta carne, tempio vivo verso cui recarci a braccia aperte per accogliere il perdono e la salvezza preannunciata da Dio stesso nella Scrittura e riconoscerci anche noi figli nel Figlio. La religione giudaica imponeva che si andasse al Tempio di Gerusalemme portando qualcosa, la fede che propone Gesù, invece, ci invita a recarci da lui a mani vuote per poterle riempire del suo amore da offrire a nostra volta ai fratelli e alle sorelle nella comunione.
Un cambio di prospettiva, dunque: dalla religione dei segni alla fede nella parola di Gesù.
Chiediamo al Signore di rinnovare il nostro cuore facendolo aderire al suo affinché riconosciamo che la Chiesa è il Corpo di Cristo e che ogni suo membro, cioè ognuno di noi, è tempio dello Spirito Santo. Non ci sarà, così, la necessità di chiedere segni a Dio, poiché siamo noi stessi segno e strumento del suo amore nel mondo.
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Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato