Il Vangelo non smette mai di colpirci con la sua assoluta concretezza. A chi non è mai capitato di dovere dei soldi a qualcuno? Avere un debito da saldare è un pensiero costante e pesante, un fastidio a cui puoi cercare di non pensare, ma che non passa fino a quando non lo estingui del tutto. I rapporti fra creditore e debitore si incrinano facilmente, ed è difficile che fra i due ci sia un’amicizia vera: chi è in debito si sentirà sempre in una situazione di inferiorità e sotto sotto detesterà il creditore come un servo detesta un padrone. Un debito toglie la libertà. Cancellare un debito è un gesto di grandissima generosità.
Il Signore è venuto a condonare tutti i nostri debiti: non vuole essere padrone ma fratello. Ogni giorno torna a chiedere la nostra amicizia, e non i nostri servizi; ogni giorno torna a ripeterci: «Tu non mi devi niente. Se vuoi, puoi seguirmi».
Il finale del racconto di oggi, però, è durissimo. Il servo che era stato sgravato del debito e non lo aveva rimesso all’altro servo è punito severamente: fino a quando non impareremo la sua misericordia e la sua generosità, e pretenderemo di avere dagli altri “quello che ci devono”, rimarremo sempre schiavi della logica del debito. Basta pensare e dire: «Da te questo proprio non me l’aspettavo», «Non ti comporti mai come si deve», «Questo proprio me lo devi», «Se mi vuoi bene, devi fare così». Basta zavorrare le persone attorno a noi di giudizi e tenere il conto dei loro “debiti” nei nostri confronti. E non per essere perfetti, misericordiosi, o bravi cristiani! Non è una gara di pazienza o di bontà quella che ci propone il Signore. Giudicare gli altri e pretendere da loro dei buoni comportamenti non conviene innanzitutto a noi stessi.
Ogni volta che lo facciamo, infatti, cementifichiamo sempre di più dentro di noi la logica della prestazione. A furia di non perdonare nulla, non riusciremo mai a sentirci perdonati dal Signore; la durezza verso noi stessi e la durezza verso gli altri sono due facce della stessa medaglia. Chiediamo il suo aiuto per iniziare un cammino di amore e di libertà, senza pretendere nulla né da noi stessi né dagli altri.
Comunità Centro Poggeschi
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato