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Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 9 Gennaio 2025

Commento al brano del Vangelo di: Mc 6,45-52

Ai discepoli รจ chiesto di prendere le distanze dalla folla, forse perchรฉ รจ una relazione che mina la loro integritร  esponendoli al rischio dellโ€™orgoglio e della vanagloria; hanno un percorso differente da fare e probabilmente vi si oppongono, poichรฉ altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di una costrizione da parte di Gesรน.

La separazione da quanto ci illude di star bene รจ qualcosa di molto faticoso e doloroso: anche noi possiamo sentirci soli in mezzo al mare instabile a far fatica, con le tenebre che scendono e il vento che schiaccia verso il basso, e la notte sempre piรน fonda che annebbia la vista e rende il cuore inquieto e la mente instabile.

Non vediamo il Signore, ci chiediamo dovโ€™รจ, perchรฉ ci ha lasciati soli e in che modo possiamo andare avanti senza di lui, senza farci inghiottire dalla paura. La barca, simbolo della Chiesa, รจ qualcosa di parecchio instabile nella traversata della vita, galleggia a fatica sul mare che rappresenta la morte causata dal peccato, lโ€™allontanamento da Dio.

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Gesรน รจ distante, ma si prende cura delle folle e osserva da lontano i discepoli. Ci mostra che รจ a partire dalla relazione fondamentale e fondante con il Padre che possiamo contemplare, nelle difficoltร  della vita, la sua manifestazione, la sua epifania come il Salvatore โ€“ il termine greco perย fantasmaย indica il โ€œmostrarsiโ€, il โ€œmanifestarsiโ€.

I discepoli temono per la propria vita perchรฉ lo splendore del volto di Dio รจ troppo radioso perchรฉ un uomo possa vederlo senza morire; questa concezione poneva grande distanza fra lโ€™uomo e Dio, azzerata da Gesรน: egli sale sulla barca in mezzo ai discepoli, cammina in mezzo a noi.

In tutta la nostra vita cโ€™รจ un vento di paura che รจ lโ€™attesa della morte alla quale Gesรน, con la sua morte e risurrezione, รจ venuto a dare un nuovo significato. Se viviamo schiacciati dalla paura della morte, dando credito alle falsitร  che riempiono la nostra vita, non vediamo Dio, vediamo solo buio e possiamo remare per ore senza andare da nessuna parte.

Il Signore attraversa la morte, la vince, ci โ€œcammina sopraโ€ e dร  la Vita; egli oltrepassa le nostre fragilitร  e infonde fiducia, tracciando un cammino di rinascita. Si mostra con il nome biblico della Creazione โ€“ โ€œIo sonoโ€ โ€“ che smorza il grido della paura dei discepoli con un dialogo dโ€™amore. Anche se generati a nuova vita, i discepoli hanno ancora un cuore indurito, bloccato da uno sguardo contorto su se stessi: non hanno accolto con sinceritร  le folle, non hanno accolto il loro Maestro, non hanno accolto la fragilitร  di sรฉ stessi e fanno fatica a lasciarsi amare.

รˆ difficile acquisire oggi quello sguardo capace di riconoscere Gesรน nel buio della nostra vita. I discepoli non sono completamente rasserenati, cosรฌ come noi non siamo sempre sereni anche se abbiamo fatto esperienza di Dio. รˆ necessario fare un vero cammino di conversione interiore, attraversare la notte, e non fuggirla, per ottenere la luce che ci dร  uno sguardo nuovo e sincero sui noi stessi, sulle nostre relazioni con i fratelli e le sorelle che ci stanno accanto, sulla relazione fondamentale con Dio.

Marco Ruggiero

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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