Ai discepoli รจ chiesto di prendere le distanze dalla folla, forse perchรฉ รจ una relazione che mina la loro integritร esponendoli al rischio dellโorgoglio e della vanagloria; hanno un percorso differente da fare e probabilmente vi si oppongono, poichรฉ altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di una costrizione da parte di Gesรน.
La separazione da quanto ci illude di star bene รจ qualcosa di molto faticoso e doloroso: anche noi possiamo sentirci soli in mezzo al mare instabile a far fatica, con le tenebre che scendono e il vento che schiaccia verso il basso, e la notte sempre piรน fonda che annebbia la vista e rende il cuore inquieto e la mente instabile.
Non vediamo il Signore, ci chiediamo dovโรจ, perchรฉ ci ha lasciati soli e in che modo possiamo andare avanti senza di lui, senza farci inghiottire dalla paura. La barca, simbolo della Chiesa, รจ qualcosa di parecchio instabile nella traversata della vita, galleggia a fatica sul mare che rappresenta la morte causata dal peccato, lโallontanamento da Dio.
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Gesรน รจ distante, ma si prende cura delle folle e osserva da lontano i discepoli. Ci mostra che รจ a partire dalla relazione fondamentale e fondante con il Padre che possiamo contemplare, nelle difficoltร della vita, la sua manifestazione, la sua epifania come il Salvatore โ il termine greco perย fantasmaย indica il โmostrarsiโ, il โmanifestarsiโ.
I discepoli temono per la propria vita perchรฉ lo splendore del volto di Dio รจ troppo radioso perchรฉ un uomo possa vederlo senza morire; questa concezione poneva grande distanza fra lโuomo e Dio, azzerata da Gesรน: egli sale sulla barca in mezzo ai discepoli, cammina in mezzo a noi.
In tutta la nostra vita cโรจ un vento di paura che รจ lโattesa della morte alla quale Gesรน, con la sua morte e risurrezione, รจ venuto a dare un nuovo significato. Se viviamo schiacciati dalla paura della morte, dando credito alle falsitร che riempiono la nostra vita, non vediamo Dio, vediamo solo buio e possiamo remare per ore senza andare da nessuna parte.
Il Signore attraversa la morte, la vince, ci โcammina sopraโ e dร la Vita; egli oltrepassa le nostre fragilitร e infonde fiducia, tracciando un cammino di rinascita. Si mostra con il nome biblico della Creazione โ โIo sonoโ โ che smorza il grido della paura dei discepoli con un dialogo dโamore. Anche se generati a nuova vita, i discepoli hanno ancora un cuore indurito, bloccato da uno sguardo contorto su se stessi: non hanno accolto con sinceritร le folle, non hanno accolto il loro Maestro, non hanno accolto la fragilitร di sรฉ stessi e fanno fatica a lasciarsi amare.
ร difficile acquisire oggi quello sguardo capace di riconoscere Gesรน nel buio della nostra vita. I discepoli non sono completamente rasserenati, cosรฌ come noi non siamo sempre sereni anche se abbiamo fatto esperienza di Dio. ร necessario fare un vero cammino di conversione interiore, attraversare la notte, e non fuggirla, per ottenere la luce che ci dร uno sguardo nuovo e sincero sui noi stessi, sulle nostre relazioni con i fratelli e le sorelle che ci stanno accanto, sulla relazione fondamentale con Dio.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato