L’evangelista ci dice che Caifa profetizzò. Non lo chiama profeta nel senso vero e proprio, ma, in virtù del ruolo che quell’anno ricopriva, nonostante le sue intenzioni fossero tutt’altre, questo sommo sacerdote riportò in qualche modo le parole di Dio. Quante volte ci è capitato di dire, pensare o fare qualcosa con una certa intenzione, ma di accorgerci poi che gli effetti delle nostre parole, pensieri, azioni andavano in tutt’altra direzione?
A volte ci convinciamo che i nostri sogni siano molto, troppo diversi dai progetti di Dio e, testardamente, proseguiamo sulla nostra strada senza metterci in discussione. Rischiamo di dimenticare, così, che in realtà il nostro desiderio più profondo e sincero altro non è che il genuino desiderio di Dio per noi; non vi è un progetto già scritto dalla mano del Signore in cui noi non abbiamo alcuna voce in capitolo! Il punto è che i nostri mezzi molto spesso non coincidono immediatamente con i mezzi di Dio.
Per un po’ lui rimane nascosto alla vista, quasi a porci il dubbio che non sia presente alla festa della nostra vita, ma lui che è la Vita non può veramente tirarsi indietro. Gesù non rimane nascosto, esce allo scoperto, si fa arrestare, vive la passione, la morte e la risurrezione per donarci una nuova via, una nuova storia, quella in cui, per mezzo dello Spirito Santo, possiamo vivere un cuor solo e un’anima sola come fratelli e sorelle, riuniti come figli di Dio in un unico progetto d’amore.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato