La storia della salvezza è fatta di incidenti di percorso, situazioni incomprensibili che non sempre si sa come gestire e come rileggere.
La verità si fa strada in mezzo a quella quotidianità caotica in cui paradossalmente tutto deve funzionare secondo determinate regole prestabilite, tutto deve rispecchiare le aspettative della società , le aspettative della storia del mondo. Eppure il miracolo che ognuno di noi è succede; un filo rosso conduce la storia dall’inizio, dai primordi fino ad arrivare a noi.
Il qui e ora che rappresenta Gesù Cristo nella storia della salvezza è la salvezza stessa, un modo di stare al mondo con la consapevolezza che nulla è sbagliato e nulla è perduto, ma tutto può essere reso tassello di misericordia. Non dobbiamo spaventarci di ripercorrere la nostra genealogia, le vite che ci hanno preceduto, i contesti di cui siamo il risultato, perché solo così – sapendo da dove veniamo – saremo liberi di scegliere come andare incontro al nostro avvenire, comprendendo ogni fine e nuovo inizio – la nascita e la morte – saremo liberi di capire finalmente dove stiamo andando.
Una storia di salvezza è una storia di gratitudine e liberazione, di perdono: questo è quello che ci propone tutti i giorni Dio, nell’attesa di essere riconosciuto nel profondo ed essere amato sopra ogni cosa, così come ci ama Lui.
Questo è possibile solo rendendoci conto della sua iniziativa d’amore nei nostri confronti, l’iniziativa che va ritrovata molto prima di noi e che attraverso noi arriverà a tutto il genere umano di ogni epoca a venire.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato