Gesù è a Nazareth, casa sua, il luogo in cui era cresciuto. Quando si torna a casa propria generalmente si cerca riparo, conforto, riposo. Gesù si reca al tempio, poiché era sabato, e pare non avere troppa intenzione di stare per conto suo a rilassarsi, ma si mette a insegnare e lo fa con parole un po’ dure, tanto che gli scribi e gli altri fedeli della sinagoga sono sdegnati al punto di volerlo gettare dal monte.
Ricordiamo che il monte è il luogo dell’incontro con Dio, quindi gettarlo via significa non volerlo ascoltare, non volerlo incontrare, chiudere testardamente le orecchie e il cuore.
Si tratta di una chiusura che deriva dal fatto che, all’udire quelle parole, i fedeli del tempio si sono sentiti toccati profondamente, tutta la loro ipocrisia rischia di essere smascherata, si sentono deboli e vulnerabili.
Quante volte è accaduto questo anche a noi?
Messi faccia a faccia con le nostre fatiche, a volte preferiamo ignorarle, far finta che non esistano perché è più facile così. Tuttavia il giudizio di Dio è liberante e fecondo per la nostra vita in pienezza.
Chiediamo al Signore di aiutarci a non indurire il nostro cuore e ad avere il coraggio di affrontare le nostre paure, partendo con il riconoscerle, con sana inquietudine, per poterci mettere in cammino dietro di lui senza zavorre.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato