Gesù, tu ci mostri il tuo amore infinito e io mi sforzo di cercarti con la mia intelligenza umana, povera e debole. Ti cerco nei miei ragionamenti, nei miei calcoli, nelle mie constatazioni tecniche, nelle fatiche e difficoltà di tutti i giorni. Sono, così, affaticato, stanco e affamato, e tu mi offri te stesso, il pane della vita, il pane che discende dal cielo.
La tua piena umanità, la tua fragilità, la tua carne e il sangue, il tuo respiro, il battito del tuo cuore, le tue orme sulla sabbia, mi parlano di un compagno di strada, un amico che soffre e spera con me, si arrabbia e perdona, piange e gioisce. Eppure, c’è ancora di più: tu sei inviato dal Padre celeste ed è lui che fa il primo passo verso di noi. Nessuna mente umana può capire pienamente questo, ma il nostro cuore, luogo della tua presenza, può scegliere di credere e di aderire a questo messaggio luminoso di bellezza, di accogliere, custodire e alimentare questo dono immenso.
Sì, voglio alzarmi in piedi, venire a te, Gesù, che mi chiami alla vita, come Lazzaro, gustando la tua amicizia, la tua bontà, la vita eterna.
Senza mormorazioni, allora, affronterò anche gli ostacoli e le cadute; poiché, sazio di te, di nient’altro avrò bisogno.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato