Gesù sembra non rimproverare i discepoli per la loro poca fede, con amore prospetta loro una concreta e strabiliante possibilità: una fede capace di spostare le montagne. Pare, invece, che siano i discepoli a essere preoccupati perché la loro “perfomance” di miracolo sia stata decisamente fiacca. Che figura hanno fatto? Infatti il padre, caduto in ginocchio dinanzi al Maestro, non omette di sottolineare il fatto che essi non siano riusciti a guarire il proprio figlio. Insomma, che episodio imbarazzante per i discepoli!
A volte capita che nel fare il bene perdiamo di vista l’aspetto fondamentale: l’altro, come me, è figlio amato da Dio e noi possiamo essere testimoni del suo Amore e compiere piccoli e grandi miracoli nel quotidiano della nostra vita solo se non ci dimentichiamo che siamo tutti creature poste nel suo cuore, da lui salvate e liberate dal peccato.
La fede, anche se piccola, se è sincera risposta al Dio che ci ama, allarga gli orizzonti del nostro sguardo spesso incentrato ermeticamente sui noi stessi nell’illusione di poter fare tutto da soli – di avere capacità innate – e ci rende veramente accoglienti verso l’altro, comprensivi della sua fragilità; perché è la nostra stessa piccolezza che, come un granello di senape, può diventare smisuratamente grande.
Marco Ruggiero
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato