Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 7 Luglio 2022

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Come un navigatore, Gesù ci dà indicazioni per muoverci, per andare verso di lui. Non sarà difficile percepirsi decentrati, in cerca di una meta per sentire il bisogno di intraprendere questo viaggio, per fare strada, cercare una casa, fermarsi in una città.

Strada. Tutti i verbi dell’apostolo – predicare, guarire, risuscitare, purificare, scacciare – in sono gettati in strada e provo una forte contraddizione nel rendermi conto di questa evidenza nel comodo rifugio della mia stanza. Gesù mi sta dicendo: “vedi, tutta la teologia che questi verbi dispiegano ha senso nella strada, nel precario dell’assenza di un riparo”. Perché per quanto romantica possa essere, la strada è precaria, è inclemente: caldo cocente sotto il sole d’estate e freddo che spacca le ossa d’inverno. Lo sa bene l’operaio del cantiere, quello che magari sotto la mia finestra sta scavando per portarmi l’ultima rapidissima fibra ottica. Da quel punto di vista la strada non ha poesia, è solo l’ultimo strato di catrame che copre pietre ancora più dure.

Casa. È l’opposto della strada, il riparo per il sole e il freddo. Non sempre è aperta e Gesù ce lo ricorda. La casa non sempre è aperta al vangelo, e non si tratta solo del prete che a seconda delle città passa a benedirla… di case chiuse, doppie case al mare e in montagna, siamo pieni in tanti, ma lo siamo altrettanto di chi una casa non ce l’ha. Magari perché qualcuno ha iniziato a bombardare le case, o perché alla sua in un villaggio ha preferito il cielo aperto della periferia in cambio di un pezzo di pane, o perché, per chissà quale motivo, un giorno ha mollato tutto per poi ritrovarsi in strada. Sono tante le ragioni per non avere una casa che sono tangenti alle beatitudini del vangelo.

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Città. Ci sono città peggiori di Sodoma e Gomorra! Da cercare non dietro chissà quali perversioni, sono semplicemente le città inospitali, ovvero un po’ tutte quelle che alimentano una logica di chiusura, muri, barriere, non solo fisiche ma anche ideologiche. E spesso devo ammettere che è proprio il mio cuore la città con le mura più alte.

Sono pronto a fare strada? La prima casa o città degne le troverò in me.

Giuseppe Amalfa SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato