Quando ogni speranza di giustizia, verità, perdono, pace, purificazione, salvezza viene messa a morte dalle accuse ingiuste del rancore, dell’orgoglio, del dolore e della disperazione, della diffidenza e della delusione, Dio in persona viene ad abitare le rive dell’animo umano.
Il particolare momento storico che stiamo vivendo ci impone un individualismo estenuante, uno sguardo contabile sulla nostra storia personale, l’urgenza di guardare al futuro con dubbio e preoccupazioni.
Il Padre interviene nel Figlio e invita a tornare al cuore delle cose, a ciò che veramente conta per vivere pienamente la vita: l’amore e la cura di quello che viviamo con gli altri, di quello che viviamo con Dio, di quello che viviamo con noi stessi.
Ci vuole fiducia poi nel fatto che qualcuno percorre la nostra quotidianità e arriva dove noi non arriviamo, ci insegna e guarisce, ma dobbiamo essere disposti ad imparare e disposti a guarire. L’ultima parola sulla nostra vita è poi del Padre, come la prima, l’amore, il suo Regno.
Mounira Abdelhamid Serra
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato