Oggi ci viene raccontata una storia di segni intrecciati. Gesù, dopo un evento insieme politico e personale, apre un nuovo capitolo della sua esistenza. Dopo una vita da artigiano con i suoi familiari, inizia la sua epifania, comincia a manifestarsi: con prediche e guarigioni compie la sua missione terrena ma contemporaneamente svela la sua natura divina.
Da fuori può sembrare tutto semplice ed evidente. Magari ci è capitato di avere la stessa impressione guardando al destino di personaggi della storia, di amici o magari anche guardando alla nostra stessa vita, come se, guardando con un po’ distacco, una strada e un senso emergessero dall’imbroglio dei fili degli eventi presenti. Questi segni diventano segnali, come se gli avvenimenti importanti fossero la nostra segnaletica per mostrarci la strada da seguire e allo stesso tempo una spinta per agire.
Il tempo di riflettere, di pensare, di pianificare, di discernere è finito. Ora è venuto il tempo dell’azione e del movimento perché le scritture si possano adempiere. Gesù è per noi un esempio di prova e di missione, un esempio da seguire, che allo stesso tempo ci dà anche tutte le chiavi necessarie a riconoscerlo nella profondità della sua identità: figlio e fratello, la sua storia non può non essere legata alla nostra salvezza. Gesù non si lascia intrappolare dal pensiero o dalla paura della tragedia, ma si lascia guidare dal cuore. Con pazienza (trent’anni!) ha atteso il momento opportuno, ma ora non esita a mettersi in gioco: è arrivato il tempo!
Virginie Kubler
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato