La stanchezza non sembrerebbe uno dei migliori stimoli per mettersi in cammino, eppure sembra proprio essere questa la condizione di chi va verso Gesù. Un popolo di stanchi e oppressi chiamati, raccolti da lui con la promessa del ristoro.
L’essere ristorati è l’accoglienza semplice di chi ti offre un pezzo di pane e un bicchiere di vino; con l’avanzare del freddo che caratterizza questi giorni di dicembre richiama anche un luogo riparato, magari con il calore di un fuoco acceso, di una coperta. C’è in queste parole la promessa dell’eucarestia, quel desiderio di Dio di nutrirci e di darci una casa.
Ma Gesù ci indica anche un altro modo per ristorarci, che risuona meno comodo e caldo: prendere su di noi il suo giogo. Il giogo, un attrezzo ormai dimenticato, usato nel mondo rurale per unire coppie di animali a cui attaccare qualcosa da trainare. Insomma Gesù ci carica di un peso e questo dovrebbe esserci di ristoro! Tuttavia c’è qualcosa che in modo sottile nel giogo indica una refezione: il giogo si condivide, si porta insieme. Con il peso riceviamo allo stesso tempo un compagno, qualcuno con cui portarlo fianco a fianco.
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Oggi l’Avvento ha il sapore del pane e il sorriso dell’amico.
Giuseppe Amalfa SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato