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Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 7 Aprile 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 20, 19-31

Giovanni ci ricorda che per il credente la settimana inizia la domenica, la definisce il primo giorno della settimana. Le parole di oggi ci permettono di vincolare lo scorrere del tempo alla festa di Pasqua che giร  da otto giorni, anche questโ€™anno, stiamo vivendo.

Il primo giorno. Allโ€™inizio, ci vengono trasmessi una serie di modi in cui la Pasqua si comunica. La voce della pace, il mostrare il corpo ferito, il soffiareโ€ฆ e proclamare il perdono, come a ricordarci che la riconciliazione รจ unโ€™esperienza di resurrezione, che fa parte della festa, e come tale andrebbe vissuta.

Otto giorniย dopo. Quel primo giorno di festa qualcuno non riesce a viverlo, รจ Tommaso. Non ci viene detto il motivo della sua autoesclusione dalla festa, unโ€™assenza che dร  spazio a ciรฒ che la preghiera puรฒ suggerire. E in Tommaso possiamo ritrovare la storia di tanti altri che anche oggi non sentono la necessitร  di entrare nella festa di una messa domenicale.

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Con Tommaso, e con tutti gli altri, Gesรน prova la via dellโ€™incontro personale. Quel primo mostrare le mani e il costato a una comunitร  ora si fa parola diretta al solo Tommaso con lโ€™invito a entrare nella resurrezione passando per lโ€™azione di toccare le ferite. Ma cโ€™รจ solo un modo in cui ha senso toccare le ferite, quello di curarle. Gesรน non rimprovera Tommaso di non esserci stato otto giorni prima, ma gli fa sentire il suo bisogno di averlo vicino, per continuare a curare ciรฒ che il grande miracolo della resurrezione ha lasciato aperto.

Credenti o increduli, abbiamo ogni domenica una festa che ci attende e un Risorto che continua ad avere bisogno di una carezza.

Giuseppe Amalfa Sj

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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