Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Ottobre 2023

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A ciascuno di noi sarà capitato di vivere la dolorosa esperienza della distanza che si crea quando vi è incomprensione. Due persone possono vivere sulle coste opposte dell’Oceano Atlantico e comunque sentirsi prossimi nella comunione di pensieri e di intenti, oppure, viceversa, dentro le mura della stessa casa scoprire a un certo punto di appartenere a universi lontani e incomunicabili. Quanta solitudine, dolore e frustrazione può causare una situazione di questo tipo.

Nel desiderio di recuperare la vicinanza si tentano tutte le vie: il silenzio, l’opera di convincimento, l’intervento di un terzo mediatore… Quando queste vie si sono dimostrate inutili, può scattare la rabbia, che spesso conduce a esiti persino peggiori. Una via poco battuta è quella dell’avvertimento colmo di preoccupazione, che dello scoppio di rancore condivide l’energia ma ha una direttiva di intenzione ben diversa. Dove il livore vuole schiacciare e dominare, l’avvertimento cerca il ravvedimento e la comunione.

Il grido di Gesù verso le città di Corazìn, Betsàida e Cafàrnao, luoghi della sua quotidianità galilea, città care e conosciute, è afflitto e colmo di preoccupazione. Il «Guai» che esplode dalla bocca del Signore non è la condanna di un giudice che emetta una sentenza inappellabile, è piuttosto il grido di un padre o di un fratello maggiore che sente nelle viscere il pericolo di una china che una persona amata sta prendendo.

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Ancora una volta il Signore si rivela maestro di sapienza e amore, perché è consapevole di essere venuto non per condannare il mondo, ma per salvarlo.

Diego Mattei SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato