Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Ottobre 2022

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Oggi si parla di preghiera e di vita di preghiera con una parabola e con l’immagine del rapporto tra genitore e figlio. Possiamo ben dirlo, è spiazzante: dà per certo ciò che l’esperienza quotidiana non verifica, pone come certo l’effetto, la cui assenza è invece per tanti motivo di scandalo e ragione di sfiducia se non di abbandono della fede. “Chiedi e ti sarà dato”. Ma è proprio così? Quasi mai è così! Oppure no?

La parabola sembra non sottolineare tanto il risultato, quanto le insistenze, la perseveranza, la continuità della richiesta. Più che vita di preghiera, l’immagine dell’amico che bussa in tempi inopportuni è allora icona di vita nella preghiera.
È esperienza umanissima, quella del chiedere. Nei nostri tempi contagiati dalla velocità e dalla virtualità dei contatti immediati, delle risposte in millesimi di secondo dei motori di ricerca, abbiamo forse perso l’esperienza della ripetizione, che comporta lentezza e affidamento, incertezza e trasformazione.

Noi chiediamo al Signore, ma siamo sempre consapevoli di ciò che gli chiediamo, di ciò che comporta ottenere ciò che chiediamo? Vogliamo la magia che risolve problemi senza cambiamento, in noi e intorno a noi? Oppure chiediamo, accettando la fatica e la sfida della trasformazione che ci coinvolge?

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Chiedere non una ma cento volte purifica i nostri cuori, svela le incoerenze che vi si annidano, rende autentici e perciò umili, dà la consapevolezza che non stiamo acquistando qualcosa su internet, ma stiamo ricevendo un dono. Che ci trasforma.

Diego Mattei SJ

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato