Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Marzo 2021

Attorno. Gesù sembra frequentare soprattutto due tipi di persone: pubblicani/peccatori e i farisei; questi ultimi – spesso in cattiva luce nei vangeli – sembrano gravitare attorno all’orbita di Gesù che a loro di frequente rivolge le sue parole, come in questo caso. Peccatori e farisei sono come due poli contrapposti che fanno campo attorno a Cristo, sono un po’ anche le mie polarità di lassismo e rigorismo che hanno bisogno di convergere verso la misericordia.

Mormorarono. Il rumoreggiare leggero, spesso non comprensibile nel suo contenuto ma che fa arrivare la sua carica negativa al destinatario, ecco il mormorare. Un uso anticamente perverso della parola che probabilmente non manca di farsi presente anche nella mia quotidianità. Tuttavia è proprio questo clima teso che ha fatto fiorire la più bella delle parabole del vangelo: la parabola dell’“amore del padre” è risposta al mormorio dei figli.

Figli. Gesù racconta di due figli e del loro rapporto con il padre: uno che sperpera, l’altro fedele conserva, uno che si allontana, l’altro mai fuori dalla sfera familiare․․․ e il Padre. Stupisce il Padre col suo modo di reintegrare il figlio peccatore, organizza una festa per celebrare l’essere figli e niente più, senza rendiconti e pagelle esemplari da esibire all’entrata. Solo porta e braccia aperte.

Fratelli. Caino e Abele, Esaù e Giacobbe, Marta e Maria, il “maggiore” e il “minore”, la storia dei fratelli e delle sorelle è segnata da una spiccata diversità, la sfida sta nell’andare insieme alla festa.

Giuseppe Amalfa SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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