Arrabbiarsi non รจ necessariamente cosa negativa, appartiene allโuniverso delle passioni umane, che possono creare solidarietร e spazi di salvezza per sรฉ stessi e per il prossimo. Tuttavia Gesรน ci presenta una rabbia che uccide, che produce morte, attorno a chi la scaglia contro il fratello, ma anche โ e definitivamente โ in chi si adira; una morte rappresentata con lโimmagine estrema del fuoco della Geรจnna, passata alla tradizione per rappresentare lโinferno, la separazione definitiva da Dio.
Questโira uccide, perchรฉ mette contro il fratello, sfigura il suo volto e cancella il suo nome sostituito da parole come โstupidoโ, โpazzoโโฆ frutti dellโira che negano allโaltro dignitร , credibilitร , nel fondo la sua umanitร . Questโira separa anche dallโaltare: non cโรจ spazio di Dio per chi ha negato allโaltro il suo spazio nel mondo.
Ma per Cristo non ci sono separazioni definitive, il cammino di Quaresima giร intrapreso, ci chiama alla riconciliazione, a quella preziosa opera di sutura che il Padre offre ad ognuno dei suoi figli. Siamo figli chiamati alla riconciliazione, una riconciliazione che passa per il cammino, quella strada condivisa con i fratelli dove la parola che aveva separato si fa adesso strumento di comunione.
Camminiamo in questa Quaresima: cโรจ sempre un fratello o una parte di noi con cui riconciliarci.
Giuseppe Amalfa SJ
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