Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 6 Luglio 2020

Queste due donne oggi fanno un’esperienza eucaristica: ricevono il corpo di Cristo nelle loro mani.

Le modalità in cui si dà questa comunione sono diverse. La prima ì donna sfiora, più che il corpo, il vestito di Cristo, è forte la carica sacra della scena: il mantello è come i panni usati anticamente per presentare le offerte, o come i lini dell’altare… filtri di rispetto, riverenza che non tolgono forza alla salvezza che esce dal corpo e che arriva alla donna, sanandola.

Nel secondo caso è Cristo stesso che tocca, afferra il corpo apparentemente senza vita della ragazza per scuoterlo dal sonno. C’è qui tutta la forza del contatto fisico, come quando ricevendo l’eucarestia annullo ogni distanza da Dio divenendo una cosa sola con lui.

Afferrare e sfiorare, azioni quasi contrarie con lo stesso effetto: la salvezza. Oggi, allora, per me esprimo tempi esistenziali diversi: il tempo dello sfiorare, in cui solo la delicatezza, l’impercettibile carezza mi ricongiungono con Dio, e il tempo dell’afferrare, in cui solo un incontro corpo a corpo può rimettermi in vita.

Giuseppe Amalfa SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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