Cafarnao è una città fondamentale per Gesù. Nel Vangelo di Luca la predicazione in questo luogo avviene dopo lo smacco subito a Nazareth, dove il medesimo annuncio non era riuscito a far breccia nei cuori di quella gente, che faticava a riconoscere autorità al proprio concittadino.
A chi spetta l’autorità? A Gesù o alla Parola da lui pronunciata? In un certo senso a entrambi, poiché, se viene a mancare uno dei due poli, messaggio o testimone, difficilmente una predicazione può avere successo. Non ci è dato sapere cosa nello specifico Gesù insegnasse agli abitanti di Cafarnao, ma il verbo utilizzato da Luca, “stupire”, indica con precisione lo stato d’animo che essi provavano nell’ascoltare una novità forse da lungo tempo attesa.
Il nuovo crea sempre scompiglio, soprattutto in coloro che sono legati al vecchio per ragioni di interesse o comodità. Gesù dona speranza e fiducia in un cambiamento che non tollera la staticità di chi confida solo in sé stesso o, peggio, in un’istituzione spersonalizzante ed escludente.
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Possiamo liberarci da questo tipo di demoni solo a patto di rischiare un affidamento totale nelle mani di chi, con autorità e potenza, guarisce attraverso quell’amore incondizionato che ci insegna, pazientemente, il valore della rinuncia ad affermare il proprio ego a qualunque costo.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato