Non arriviamo a Gesù da soli: ci arriviamo portati da qualcuno. Innanzitutto, dalla Chiesa: Marco è il Vangelo dei catecumeni, di coloro cioè che attendono il battesimo. Essi sono stati condotti a Gesù da altri, che hanno già sperimentato su di loro stessi la sua forza risanante.
Chi ti ha condotto a Gesù? Certamente chi ha chiesto per te il battesimo; ma poi anche altri, quelli che hanno ripreso la tua fede, la hanno portata ancora più avanti, ponendoti domande, o mostrandoti quello che ancora non avevi sperimentato. E tu, chi puoi portare da Gesù, sulle sue barelle? Quali malati hai di fronte a te, da condurre a lui, almeno con la preghiera, che poi è la carriola migliore, e poi anche con la parola, la testimonianza esplicita, l’esempio della vita?
Egli si trova ovunque: certo nelle chiese, nel tabernacolo, nel quale noi abbiamo ben più che il lembo del suo mantello, ma lui stesso, realmente presente nel sacramento. È presente nella sua Parola, certamente, ovunque sia proclamata. Ma è presente anche nella vita e nella storia di ognuno: è lui l’inatteso, l’ospite che bussa, il nascosto che sta alla nostra porta, spia attraverso le inferriate, sta dietro il nostro muro.
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Dove lo ho trovato nella mia vita, in che situazioni? Noterò come lui si fa cercare e trovare davvero ovunque. È facile trovare Dio in cielo, è la sua casa; ma è bello trovarlo anche negli inferi e lui si fa trovare anche nel buio, nei miei momenti più oscuri. Cerchiamo e troviamo Dio in tutte le cose, quelle belle come quelle brutte.
E poi bisogna toccarlo, cioè averne esperienza propria, non basta il sentito dire. Lo tocchiamo nella preghiera, nell’immaginarci con lui nella stessa scena che contempliamo. La preghiera è il nostro dito, che arriva a Gesù. E lui ci solleva, ci libera e risana.
Ottavio De Bertolis SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato