«Vi sono alcuni tra i presenti che non moriranno, prima di aver visto venire il Figlio dell’uomo con il suo regno»: sembra una bugia, nessuno ha visto il Figlio dell’uomo, cioè Gesù, venire con il suo regno. Gesù non è ritornato nella sua gloria a giudicare i vivi e i morti. Ah, no? È perché non hai compreso qual è il suo regno, e come ˗ l’avverbio è importante ˗ è il suo regno.
Gesù, con il suo regno, è venuto nella sua croce, nella sua morte per amore: così, e non in altro modo, è venuto il suo regno. È per questo che molti non lo hanno visto, e anche tu: il problema è che non lo abbiamo capito, perché per noi il regno è un’altra cosa.
Il regno degli uomini si instaura imponendo il proprio dominio, perché per noi il re, il boss, il capo, è quello che comanda. Per Gesù il re, il primo, il signore, è colui che serve. Le parole del Vangelo di oggi valgono innanzitutto per Lui: è Lui che ha trovato la propria vita consegnandola al Padre, amando quel che Lui amava, e facendo la Sua volontà, quella del Padre e non la propria.
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E infatti il Padre gliel’ha restituita, quella vita derisa e afflitta dagli uomini. Come l’uomo Gesù ha vissuto da uomo vero, e non da illuso correndo dietro alle falsi immagini del “guadagnare” e del “perdere” la vita che lo spirito del mondo gli presentava, così, rivivificato dal Padre e trasfigurato nella gloria, continua a vivere in pienezza. E dà a noi la stessa possibilità, scegliendo e desiderando per noi quel che Lui ha scelto e desiderato. È il dono dello Spirito che ci ha lasciato.
Ottavio De Bertolis SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato