Gesù torna nei luoghi in cui è cresciuto, che lo hanno visto bambino, poi ragazzo, giovane adulto, artigiano alle prime armi nella bottega del padre e poi uomo esperto.
Tutto in quel luogo parla del passato con la famiglia semplice e dignitosa, le case e i sentieri del villaggio, i tratturi che attraversano i campi, le piccole botteghe e i luoghi dove ci si ritrova nel piccolo abitato, per festeggiare, discutere o riposare a fine giornata, la sinagoga…
Ogni angolo ricorda altre parole, altri gesti, le risate, i momenti di preoccupazione o anche di tristezza. Della vita di un uomo di trent’anni nella Palestina occupata dall’Impero Romano c’è tanto da ricordare.
Gesù è lui, l’uomo della memoria e al tempo stesso non è più lui, perché le parole che pronuncia e le azioni che compie sono assolutamente nuove, esprimono un cambiamento netto e indefinibile, sicuro e difficilmente classificabile. Come ogni mutamento, quanto più è sottile tanto più è profondo.
L’incredulità che incontra non lo ferma, lo meraviglia e forse lo rattrista, ma non lo blocca. E così continua a camminare. Chi è quest’uomo?
Diego Mattei SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato