Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 4 Febbario 2021

Gesù invia i discepoli. Li allontana da sé, perché crescano, perché facciano esperienza, perché si sperimentino. Vi sono distanze che uccidono e altre che consentono la vita e la crescita. Gesù non vuole che i suoi discepoli siano degli “yes man”, ma uomini e donne liberi e vivi.

È interessante che l’invio non avvenga singolarmente, ma a coppie. E in fondo è così anche nel cammino della vita, in cui siamo sempre con qualcun altro, insieme ad altri. A volte ci sono legami di affetto e simpatia, a volte si fa più fatica, ma anche così l’altro, gli altri, rimangono pur sempre compagni di viaggio. Chissà come Gesù avrà composto le coppie: per affinità, per differenze di mentalità, per consonanze culturali o incompatibilità caratteriali? Insieme, in ogni caso, sono un germe di comunità nel mondo.

Il primo dono che consegna loro è il potere sugli spiriti impuri. Che cosa rappresenta questo dono? È la possibilità di guarire, di riconciliare, di abbattere i muri che dividono. Ve ne sono tanti: economici, sociali, culturali. E oggi davanti a noi? Quali muri invisibili ma reali dobbiamo affrontare?

E nel viaggio, ciò che conta è la persona dei discepoli, e poco altro, un bastone. Niente denaro, né sacca, né vesti di ricambio o di scorta. Sembra un dispetto, un inutile complicarsi la vita. È proprio così? L’invito all’essenzialità del Signore è in realtà un grande gesto di fiducia che contiene molteplici possibilità: la riscoperta e la valorizzazione di sé, la bellezza di affidarsi ad altri, la promessa che non è ciò che possediamo a nutrire la fame di senso che abita in noi, ma è la relazione aperta con gli altri e con il mondo. Anche nei tempi bui e limitati della pandemia.

Diego Mattei SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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