Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 31 Marzo 2022

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Non ci fidiamo․․․ ma Gesù ci porta la vita.

Parole struggenti, di preghiera e di dolore․․․ il Signore piange sui suoi, sulle persone a cui è mandato, che ama più di se stesso e di cui sperimenta l’ostile distanza, avverte la mancanza di accoglienza e di fiducia. Eppure egli è lì solo perché possano essere salvati.

Per questo è, forse, frustrato? Per questo prova, a sua volta, astio per loro? Certamente no! Anzi, queste parole così forti sono soprattutto un grido d’amore, una preghiera, appunto. È “l’ultimo tentativo dell’amante” perché l’amato torni a lui! Succederà?

Da quanto tempo il Signore aspetta il nostro ritorno a Lui? Da quanto tempo noi scrutiamo le Scritture, talvolta più per cercare conferma al nostro perbenismo o per tacitare il nostro moralismo, che per andare a Lui e conoscere l’amore del Padre.

Presi da noi e dai bisogni immediati (cos’altro è la nostra ricerca di gloria?), non ci accorgiamo quasi che c’è qualcuno che ci mette al centro della sua vita e non ci apriamo a chi dona la salvezza senza condizioni!

Questa è l’opera del Padre, quella che Gesù ha ricevuto e che sta compiendo anche così. In Giovanni sappiamo che quest’opera è progressivamente manifestata nei segni di guarigione e di vita che costellano il racconto della prima parte del Vangelo, il libro dei segni, appunto. Ma sappiamo anche che questa pluralità di segni diventa un’unica Opera: la grande Pasqua di Gesù. La “definitiva opera” in cui il Signore ci prega – dando la sua stessa vita – di credere in Lui e di ricevere da Lui la salvezza!

Ci stiamo dirigendo a grandi passi verso la celebrazione di questo grande Mistero․․․ Saremo meno indifferenti? Più aperti e disponibili al Signore? Preghiamo di ascoltare almeno il suo grido d’amore per noi!

Buona giornata.

Stefano Titta SJ


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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato