Perché Maria dopo l’Annunciazione va a trovare Elisabetta? Per l’informazione che le ha passato Gabriele? Per verificare se la “prova” che il grande arcangelo le ha presentato è proprio valida? Non lo sappiamo, in realtà.
A me piace pensare che Maria sia non solo un po’ stupita, ma forse anche un po’ spaventata dal grande annuncio che ha ricevuto e che forse si rende conto che da sola non ce la fa! Ha bisogno di condividere il “Peso” dolcissimo e ingombrante che porta in sé… e chi meglio di un’altra donna che attende lo schiudersi del segreto della vita può farlo?!
Nel Magnificat, Maria riconosce la sua piccolezza, la sua “tapinità”, letteralmente, il suo aver bisogno di tutto, bisognosa di fondarsi sull’operare di Dio e non certo sulle sue capacità: i ricchi sono rimandati a mane vuote, i piccoli sono innalzati… certo non da lei, ma dal Signore che compie grandi cose! È il Lui il primo e fondamentale punto di riferimento che lei esalta con semplicità e visione profetica!
Ma anche Elisabetta, l’amica che condivide la maternità, diventa per Maria portatrice di consolazione: ecco il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo! “Che bello che tu sia qui, insieme possiamo portare il peso del dono che abbiamo ricevuto, ciascuna di noi a suo modo!” Sì, insieme perché da soli non si fa la salvezza, neanche Maria può tanto, eppure il Signore l’ha rivestita di grazia!
Maria ha capito che, come ha detto papa Francesco, non ci si salva da soli, l’ha sentito nel profondo del suo cuore e per questo parte senza indugio, per tessere questa rete di salvezza che la vede protagonista e di cui si sente far parte direttamente!
Buona festa e buon anno ignaziano.
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato