L’ultimo giorno dell’anno ci riporta all’inizio… per finire bene bisogna ricollegarsi all’inizio! L’ultima parola ci riporterà a ciò che è alla base della nostra vita, a ciò che la fonda. Questo inno ricchissimo e bellissimo non ha paura di affermare ciò che sta al principio e fondamento di tutto. Dio che si comunica attraverso il suo Verbo e, aggiunge, la difficoltà che l’uomo fa ad accoglierlo senza equivoci, in trasparenza.
Due affermazioni che si tengono tra loro, e che queste parole ci aiutano a rimettere in ordine perché noi tendiamo a partire dalla nostra miserevole e piccolissima esperienza (le tenebre, il mondo, la carne), ma la realtà non è cominciata con noi. La realtà è frutto di un desiderio di comunicazione, di apertura, di dono.
Se vuoi capire qualcosa della tua situazione attuale (o finale) devi ritornare a questo principio: contempla, loda, stupisciti perché Dio, eterno e autosufficiente, ha scelto di non essere più così, ma si è fatto tempo e si è messo nelle tue mani! Allo scopo di comunicarti la sua stessa vita: diventare figlio di Dio!
Questo dono inaudito e, per noi, folle (“ma chissà chi glielo fa fare, a Dio, di comportarsi così!”) trova dentro di noi resistenze incredibili. Strano? Forse no, anch’io mi posso riconoscere tra chi non lo ha accolto: non mi fido, voglio tenere il controllo e così lo perdo, vivo nell’ansia o nella preoccupazione e così vincono le tenebre… Vale la pena ripensarci, rileggo l’anno passato in questa chiave… faccio ancora in tempo a cambiare!
Ecco allora che questo tempo di fine e di consultivi diventa tempo di progetti e di apertura: ripartendo dal Principio posso scegliere più liberamente se e come accoglierlo per diventare ciò che già ero senza saperlo: figlio di Dio.
Buona anno a tutti!
Stefano Titta SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato