Gesù ha appena guarito un malato, ha operato con amore e lo ha fatto nel giorno del Sabato così contravvenendo alla legge, perché l’amore non ha regole e non ha orari.
Da questo sorge un grande fraintendimento fra i Giudei (o meglio i capi dei Giudei, le autorità) e Gesù. I Giudei accusano Gesù di arroganza e superbia, di farsi Dio, di innalzarsi a Dio, mentre, ancora una volta, Gesù ribalta la prospettiva: è Dio che si è fatto uomo, che è sceso fra gli uomini. L’umanità condivide la natura di Dio, il suo giudizio misericordioso, la capacità di creare e operare.
Gesù è venuto a svelare questa sola regola dell’Amore: che siamo Figli, non più sudditi o schiavi. Questa è la chiave di tutto il Vangelo, questa è la relazione originaria.
Siamo figli: ciascuno a modo suo, ciascuno nella sua originalità, ciascuno nelle sue debolezze. E in questo essere figli siamo liberi e responsabili: spetta a noi, infatti, decidere se e in che modo contribuire alla Creazione. Siamo portatori del sangue che passa di Padre in figlio; il seme della vita eterna, dell’Amore, è già dentro di noi: cosa ne vogliamo fare?
Francesca Carraro
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato