Siamo nella fase della “vita pubblica” di Gesù: è tornato in Galilea, la sua terra, quella che gli è più familiare – e qui comincia la sua testimonianza fatta di incontri, parole, strada fatta insieme.
Eppure è un inizio difficile.
A Cafarnao Gesù aveva concretamente dato dei segni, ora invece pare limitarsi a “essere”, a “stare”. è lui il segno vivente della salvezza. Alla meraviglia iniziale, subentra però subito la paura. Ma come? È tutto qui? Il vicino di casa? Il figlio del falegname?
Quanto è difficile trovare e riconoscere lo straordinario nell’ordinario, nel conosciuto? Quanto ci spaventa il sapere che “è tutti qui”? Che è già tutto qui? La gente di Galilea, come noi tante volte, non è pronta per questo e si difende, eliminando la fonte della provocazione.
Lo portano allora sul monte, per buttarlo giù. Così sarà anche sul Golgota. Ma non è così che si trovano le risposte: Gesù passa in mezzo a loro, passa attraverso (la morte, i dubbi, le paure) e si rimette in cammino. Questo è solo l’inizio di ciò che sarà.
Francesca Carraro
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato