Viene la sera, scende il buio. Sono sola. “Lo sapevo”, mi dico. Il mare si agita, il vento soffia forte, le onde si alzano. Nemmeno riesco a vedere la costa, come tornerò a riva? A mani vuote, a cuore vuoto, con la sola compagnia di paura e incertezza. “Lo sapevo”: nessuno arriva in aiuto, nemmeno questa volta. Remo, remo, remo. Le braccia stanche, il cuore stremato. Ormai, mi convinco, nessuno arriverà ad aiutarmi.
Una sottile linea di luce si fa spazio nel buio inchiostro che è questo mare arrabbiato. Una linea sottile avanza, si avvicina alla barca. Ho ancora più paura: cos’è? L’ennesima minaccia, l’ennesima inaffrontabile prova. Ho le braccia stanche, il cuore stremato, non ho più forza. Non un altro imprevisto, per favore. Non l’ennesima insostenibile difficoltà. “Lo sapevo”, arriva soltanto un altro pericolo.
Ma finalmente i miei occhi si abituano al buio, il mio cuore si schiude, faccio silenzio. Dalla linea di luce si alza una voce: «Sono io». È lui, dice. Ma è lui davvero? Cosa mi dice che posso credergli, come faccio a sapere che non è soltanto un altro inganno? Me lo dice la sua voce, me lo dice lui. Lui che sa che ho paura e subito mi tende la mano: «non aver paura». Mi basta che me lo chieda: quando c’è lui non posso aver paura.
Proprio quando mi porge la mano, io stessa allungo la mano. Ecco che finalmente può salire sulla mia barca, perché io stessa ho accorciato le distanze, mi sono sbilanciata. Ora che ho abbassato le difese, ora che ho tirato i remi in barca, ora che ho fatto silenzio tra i dubbi del mio cuore angosciato… ecco la riva. Con lui, ogni meta è qui.
Verena M.
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato