Com’è difficile cambiare il modo in cui vediamo Dio. È così radicata in noi questa visione distorta che ce ne accorgiamo quasi sempre troppo tardi. Un Dio che ti spiana la strada, toglie i problemi e valida i tuoi sentimenti di vendetta contro tutti quelli che ti mettono i bastoni fra le ruote. Un Dio che va a Gerusalemme per conquistarla, che vuole il tuo successo terreno anche a costo di calpestare gli altri…
Com’è rassicurante constatare che quello non è il nostro Dio, sapere che quel Dio ci sprona a essere migliori, ci rimprovera perché sa che siamo più di quello che pensiamo… Il nostro è un Dio che va a Gerusalemme piangendo per il destino della città, anche se sa che proprio le persone di quella città lo consegneranno al boia.
Sono piccoli gesti quelli che vengono raccontati nei Vangeli, frasi brevi ed episodi veloci che potrebbero essere dimenticati. Eppure sono questi che più hanno colpito i discepoli che poi hanno parlato della vita di Gesù. Sono questi attimi che sono stati raccontati per anni solo oralmente e poi messi per iscritto, perché qualcuno credendo nel loro valore ha scelto di tramandarli.
- Pubblicità -
Le sue parole di Gesù sono rimaste nei cuori di chi ne ha tramandato le storie, il suo rimprovero – incomprensibile per le logiche del mondo – si è infilato nelle pieghe della loro memoria, e li ha fatti riflettere e rimuginare. Li avrà colpiti probabilmente come Gesù fosse deluso da chi voleva portare violenza… Perché Gesù ci rimprovera? Perché sembra debole?
Poi, dopo la resurrezione, la scoperta: “ha sempre amato chi lo respingeva, anche noi… E questo significa che ci amerà sempre, noi e chiunque lo conosca, anche se lo respingiamo. di questo Dio saremo testimoni, di questo Dio saremo messaggeri.”
Gloria Ruvolo
Continua a leggere gli altri approfondimenti del giorno sul sito
Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato