Tanto tempo per sistemare quei banchi; giornate di lavoro attese perché previste come proficue; una cornice splendida, il Tempio, lì dove vicini lontani posano le fatiche e le speranze, dove ognuno ritrova la sua dimensione, la protezione è assicurata, lì dove la tua vita può cambiare in poco tempo perché basta un incontro o una parola propizia: il Tempio la casa dell’“Io sono Colui che sono”, dove quindi tu puoi essere chiunque.
La libertà di culto allora risulta definitivamente condizionata all’obbligo dell’offerta, di sacrificio o di ringraziamento: non sei devoto se non ricambi, non ami se non offri.
L’amore è gratis, come gratis la salvezza, libero come la libertà di essere quello che si è, vero e autentico come ciò che non ha inizio e non ha fine.
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Diffidàti nelle nostre costruzioni mentali, nell’orgoglio e nell’invidia che ci allontanano dalla nostra vera essenza, siamo comunque raggiunti da uno zelo divino che segna il cammino e ristabilisce l’ordine e la purezza del cuore: oggi siamo invitati a stare e guardare, sentire e gustare senza pagare.
Federico Parise SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato