Forse è un sussulto, quello che prende Gesù alla domanda di Filippo. Mostraci il Padre? E che cosa ho fatto finora? La logica del Signore non arriva immediata e chiara come quella dei discepoli. Ci vuole un attimo: per ripeterla in testa, passarla tra le memorie, gustarla con il cuore.
E allora immagino un uomo che ha capito di essere il figlio di Dio; un uomo umile, che ha poco tempo per compiere l’impresa più importante della storia dell’umanità. Che ansia verrebbe, a un uomo normale. Che ansia, a volte, la nostra vita piena di responsabilità, da soli a decidere sul nostro destino, a fare scelte giocandoci il poco tempo che abbiamo sulla Terra. Che cosa chiedere prima?
Ma non è questa la sua logica. Le opere del Signore non sono rivoluzionarie di per sè. Sono nuove perchè brillano di amore nuovo, danno l’impressione di un orlo pieno d’acqua che trabocca. L’ansia non esiste se hai già ottenuto quello per cui sei venuto al mondo, ovvero amare ed essere amato.
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Non c’è niente di più importante che possiamo chiedere nel suo nome: la grazia di sapere di essere nel Padre, di avere – definitivamente, continuamente, immutabilmente – il Suo amore.
Gloria Ruvolo
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato