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Gesuiti – Commento al Vangelo del giorno, 3 Luglio 2024

Commento al brano del Vangelo di: Gv 20, 24-29

Dove prendere la fede, per noi che non abbiamo toccato? Che beatitudine è quella di chi non ha mai visto in carne e ossa la persona più importante della sua vita? Eppure questa è la credenza che ci fa cristiani, che ci divide da chi vede in Gesù un semplice esempio di buona moralità.

La nostra fede va oltre la morale. La nostra fede è toccare con mano, nella vita di tutti i giorni, le ferite di un’altra persona, e scoprirla umana come noi.
È far diventare quelle ferite un modo per avvicinarci, per riconoscerci, anche quando tutto ci dice che dovremmo allontanarci dagli altri, pensare a noi stessi, pensare a sopravvivere.

Tutti noi siamo stati Tommaso, e tutti noi a volte sentiamo come se avessimo perso un’occasione – non c’eravamo quando dovevamo. Eppure ogni volta ritorna… quella sensazione di averlo intravisto, di aver sentito o esperito qualcosa che solo per noi aveva senso, e che poteva essere solo un messaggio da parte sua.
E allora torniamo a toccarla, quella ferita che ci ha salvato, quella storia che ha cambiato il mondo, e ogni volta è una nuova beatitudine, riconoscerlo, rivederlo, rinascere con Lui.

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Gloria Ruvolo

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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato

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