L’umanità di Gesù oggi risplende nitida. Il normale affetto amichevole verso i suoi apostoli, e soprattutto amici, lo spinge a prendersi cura di loro. Li vede stanchi e non li spinge ad andare oltre, nonostante la loro sia la missione più importante della Storia.
Ma devono riposare e non si devono sentire in colpa. C’è il tempo sacro dello stare in disparte, del ritiro dal mondo. Non si deve tirare la corda, neanche se quello che riferiscono è solo la gioia dei successi visti. Non si lamentano, ma Gesù vede la loro stanchezza.
Eppure, eppure c’è qualcosa di ancora più umano che succede. Gesù si arrende alla folla che li segue. I suoi piani non sono scolpiti nella pietra ma seguono come un fiume il solco della realtà. Il Figlio di Dio non ha un programma, una lista di cose da fare da seguire con rigore, non vuole ingabbiare il tempo e le opportunità prevedendo, pianificando e pre-occupandosi. La folla è arrivata e Gesù ne prova compassione e questo amore detta il nuovo tempo, il nuovo impegno.
E se anche il figlio di Dio si piega alle richieste della realtà, se anche Gesù si lascia guidare da una compassione imprevista, perché noi continuiamo a cercare di controllare ogni momento?
Flavio Emanuele Bottaro SJ
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato