Gesù parla ai farisei, i più duri da convertire. Perché mettevano già in pratica la legge pur senza averne colto il cuore e in questa consapevolezza trovavano pace – e non ascoltavano più il Signore). Queste parole sono quindi per chi ci sta provando, ma, lungo la strada, si perde un pezzo…e dai pezzi si parte: dalla tavola del ricco stanno cadendo dei pezzi.
Al tempo di Gesù, infatti, non esistevano i tovaglioli, e i ricchi, quando banchettavano, si pulivano le mani con la mollica del pane, che poi gettavano sotto al tavolo. C’è quindi un rigetto, uno spreco. Pane a disposizione del ricco, che però egli non usa per sfamarsi, ma per pulirsi le mani. Un pane strumentalizzato, che viene gettato (fuori dal banchetto).
E poi c’è un povero, un senza pane, un gettato (fuori di casa).
Cosa sembra soffocare la vita, la salvezza? L’aver chiuso il povero fuori di casa. Perchè la vista del povero è brutale – ma a volte è necessario rabbrividire davanti al grido manifesto di qualcun altro per diventare sensibili al proprio, per entrare in contatto con il desiderio di Dio che veramente abita ognuno di noi. Ciò che il ricco e il povero sceglieranno come pane, come agognato nutrimento delle loro vite, cambierà le loro sorti.
Gesù allora ci prega di non perderci l’unico pezzo indispensabile: lui, che non desidera altro che gettarsi (in noi!). Per sempre!
Elena Benini
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Fonte: Get up and Walk – il vangelo quotidiano commentato